Un po’ di Memento. E un po’ di me

Cominciai ad occuparmi di sicurezza sul lavoro circa vent’anni fa. Era il 1997 e sentivo l’esigenza, dopo l’università e dopo un paio d’esperienze di lavoro dipendente, di costruire e di fare qualcosa, magari studiando quanto già fatto da altri e cercando, ove ne fossi stato capace, di migliorarlo.

Avevo imparato molte cose nel mio percorso di studente universitario ma ne sapevo fare molto poche. Le esperienze, prima in un’azienda metalmeccanica e poi in una multinazionale dell’energia, furono Maestre in questo. Un approccio, in entrambi i casi, agli antipodi rispetto a quello universitario italiano basato, in grande parte, su una specie di “filosofia della tecnologia”: pochi laboratori, molta “theoria” d’aula.

Ce ne sarebbe da dire.

Forse un giorno…

Insomma, cominciai per la prima volta ad occuparmi di sicurezza sul lavoro in una tipica e dinamica azienda del tessuto produttivo del Nord-Est italiano.

Un po’ di sicurezza sul lavoro (il correttivo del D.Lgs. n. 626/94 –il D.Lgs. n. 242/96–  era stato da poco emanato), un po’ di direttiva macchine (l’entrata in vigore del DPR n. 459/96 era recente), un po’ di dimensionamento di strutture in acciaio e un po’ protezione d’impianti contro il rischio di esplosione.

Quello era il mio ruolo aziendale e per questo venni assunto.

Tuttavia, poiché negli ambiti descritti mi portavo in dote la sola competenza in tema progettazione delle strutture d’acciaio (un ingegnere “fa calcoli”, giusto?), cominciai a documentarmi sul tutto il resto (spesso dopo il lavoro, studiando la sera).

Letteratura e normative USA e UK per quanto riguardava la protezione contro le esplosioni. E testi italiani, scritti da giuristi, che affettavano e sezionavano ogni articolo della[1] legge “626” e della “Direttiva Macchine”.

La realtà, al di fuori dell’oasi ovattata dell’ambiente universitario, la scoprii costellata di leggi di stato, di normative tecniche, di comprensione delle dinamiche organizzative tra persone.

Mi veniva chiesta una miscela tra “hard skill” e “soft skill” che non possedevo.

Non fu facile per chi, come me, era persuaso che la professione di ingegnere si limitasse allo studio del problema tecnico, alla costruzione del modello matematico relativo e alla sua risoluzione esplicita o numerica.

Di più.

Trovai che quasi nulla di quello che mi veniva richiesto era riconducibile a sistemi di matrici o a schemi strutturali (nei quali, detto tra noi, mi sentivo un fenomeno).

Ma forse sto divagando un po’ troppo.

In questo Oceano Atlantico fatto di normative in tema di sicurezza sul lavoro e di sicurezza delle macchine, spiegate e descritte dai più con un linguaggio giuridico a me completamente alieno, ricordo una sola scialuppa di salvataggio che m’aiutò all’epoca (e senza la quale avrei navigato ancora per chissà quanto prima di trovare un approdo sicuro): era il Memento pratico di salute e sicurezza sul lavoro edito da Ipsoa-Francis Lefebvre‎ e scoperto casualmente in una libreria professionale della mia città.

Me lo portavo ovunque. Una specie di coperta di Linus a forma di libro.

Lo consumai. Presi appunti in molte delle pagine di quel manuale con la copertina gommosa e un po’strana.

È anche grazie a Memento che riuscii a costruire la mia professionalità un po’ anomala.

Ed è per questo che, 15 anni dopo, quando la Direttrice Editoriale di Memento, Raffaella Martini, mi chiese di poter collaborare con la sua efficientissima Redazione al rinnovo dei contenuti del testo, accettai con entusiasmo e senza pensarci nemmeno un po’.

L’opera mi pareva enorme, vista con il senno di allora, ma avevo necessità di restituire i mille insegnamenti e i mille aiuti che Memento mi aveva elargito nel corso degli anni.

E arriviamo all’oggi…

L’edizione del 2017 è la terza che viene pubblicata (anche) con il mio minimo aiuto all’interno di un’opera corale.

E sento di ringraziare, oltre naturalmente alla già citata Direttrice Editoriale, anche l’intera Redazione Lavoro con la quale ho interagito, con un particolare riferimento ad Elisa Canali.

Paziente (davvero tanto!) e precisa nel rimettere ordine agli scritti inviati.

L’augurio è che Memento pratico di salute e sicurezza sul lavoro, nella sua attuale edizione, sia utile alla nuova generazione di specialisti della sicurezza, oggi, come lo è stato per me, allora.

Sarebbe questo il più bel regalo.

Alla prossima!

Marzio

PS – Ricordo, agli ATEX addicted, l’evento di Bologna del 23/02/2018.

[1] All’epoca si discuteva “della sei-due-sei” al femminile anche se, essendo un decreto legislativo, era “maschio”. Più corretto, quindi, “il sei-due-sei”.

© Marzio Marigo

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