SARS-Cov-2, qualche numero da incompetente

Oggi non discutiamo di atmosfere esplosive. Proprio no.

Poiché i numeri che vengono quotidianamente riportati dalla protezione civile differiscono in modo sostanziale da quanto accade in altri stati con epidemie estese, mi sono posto il seguente quesito: è possibile calcolare quante persone ora, in Italia, sono affette dal Covid 19?

NB: Il mio sarà un semplice esercizio, senza alcuna pretesa di esaustività.

Per fare questo calcolo, niente di più di un esercizio teorico, dobbiamo partire dai dati maggiormente affidabili che sono ora in nostro possesso: mi riferisco, in particolare, al numero di decessi. Questi certamente sono correlabili alla SARS-Cov-2 (non entro nella polemica dei decessi “a causa di corona virus” o “con il corona virus”. Non lo so).

Sono numeri certi che vengono quotidianamente forniti dalla protezione civile. L’evoluzione dei decessi, aggiornata a ieri, è la seguente (il dato percentuale si riferisce alla progressione rispetto al giorno precedente):

24-feb [6]

25-feb [10, +67%]

26-feb [12, +20%]

27-feb [17, +42%]

28-feb [21, +24%]

29-feb [29, +38%]

01-mar [34, +17%]

02-mar [52, +53%]

03-mar [79, +52%]

04-mar [107, +35%]

05-mar [148, +38%]

06-mar [197, +33%]

07-mar [233, +18%]

08-mar [366, +57%]

09-mar [463, +27%]

10-mar [631, +36%]

Si rileva una media di incremento giornaliera di circa il 37% e un tempo di raddoppio compreso tra i due e i tre giorni. Siamo purtroppo ancora dentro alla fase espansiva ed esponenziale dell’epidemia.

Stante quanto dichiarato dallo WHO, il tasso di letalità del Covid 19 è stimato al 3,4% rispetto al totale degli infettati. I numeri dei decessi fanno quindi supporre che i contagi siano molto superiori a quelli individuati con i tamponi. Relativamente all’ultimo dato del 10 marzo, i decessi dovrebbero essere emersi da un totale di persone contagiate non inferiore a:

n.persone contagiate = n. decessi/0,034 = 18.600 persone (circa)

La domanda da porsi, giunti a questo punto, è: quando?

A quando risale questo cluster di contagiati che ha determinato 631 decessi?

Questo ce lo dice una ricerca di “The Lancet” pubblicata il 9 marzo 2020. In essa si dice che: “[…] the median time to death was 18,5 days […]”.

Chi purtroppo soccombe al virus, busca la malattia mediamente 18,5 giorni prima.

In altri termini quella popolazione di 18.600 infette da Covid 19 che ha determinato un outcome di 631 decessi NON era riferibile al 10 marzo ma ad almeno 18 giorni prima.

Il 21 febbraio.

Con queste assunzioni, da quel numero iniziale (18.600 di contagi al 21 febbraio), riusciamo a derivarne quante persone dovrebbero essere ora teoricamente positive?

Facendo le seguenti assunzioni:

  • nei 18 giorni che separano il 21 febbraio dal 10 marzo il tasso di incremento della mortalità rimane costante (certamente forzata… è ben augurabile non sia così);
  • nel medesimo periodo il tasso di incremento di mortalità è correlato (anzi uguale) al tasso di incremento dell’infezione (ipotesi credibile);
  • l’evoluzione non è influenzata dalle misure di contenimento e mitigazione poste in essere (speriamo, anche in questo caso, che la cosa non si verifichi);

dovremmo riuscire nell’impresa.

La formula che ci consente di calcolare quanti siano gli infetti “oggi” (indipendentemente dal fatto che abbiano eseguito il tampone o meno) dovrebbe essere la seguente:

n.inf(10mar) = n.inf(21feb) (1+0,37)^18 = 5.375.400 persone (circa)

Dove, come intuitivamente si comprende:

  • n.inf(10mar) è il numero di infettati al 10 marzo
  • n.inf(21feb) è il numero di infettati al 21 febbraio

Oppure, in forma tabellare:

21-feb [18.600]

22-feb [25.482]

23-feb [34.910]

24-feb [47.827]

25-feb [65.523]

26-feb [89.767]

27-feb [122.981]

28-feb [168.483]

29-feb [230.822]

01-mar [316.226]

02-mar [433.230]

03-mar [593.525]

04-mar [813.130]

05-mar [1.113.987]

06-mar [1.526.163]

07-mar [2.090.843]

08-mar [2.864.455]

09-mar [3.924.303]

10-mar [5.376.296]

…5 milioni e 400 mila persone…

A supporto di questi numeri chiamo in aiuto la virologa Ilaria Capua che, a questo proposito, il 4 marzo, in una sua intervista a “La Stampa”, affermò che: “[…] i contagiati sono molti di più dei circa 2 mila dichiarati […] Forse anche oltre 100 volte tanto”.

Se i posti in terapia intensiva nei nostri ospedali non sono più di 6.000 e la percentuale di ospedalizzati critici non è inferiore al 9% dei contagiati bene comprendiamo che la flessione delle dinamiche (reali!) si sarebbe dovuta verificare non più tardi del 25 febbraio scorso.

Ogni giorno in più, a partire da questa data, si tradurrà in profonda sofferenza.

I visi seri e tirati di TUTTI gli epidemiologi visti in TV sono lì a dimostrarlo.

C’è da dire che:

  • i numeri indicati sono relativi a situazioni senza misure di contenimento;
  • non tengono conto della saturazione;
  • non tengono conto di parametri difficilmente quantificabili a priori.

Detto questo, se tra cinque-sette giorni le misure in atto non faranno vedere effetti la cosa diventerà molto problematica.

Qualche segnale positivo esiste. Il tempo di raddoppio dei decessi (la punta della piramide) è, ad oggi, compreso tra 2 e 3 giorni mentre il tempo di raddoppio dei ricoveri in terapia intensiva (la parte sottostante la punta della piramide) è in costante decrescita da almeno il 3 marzo scorso e, ad oggi, è circa di 4 giorni.

Buona fortuna a tutti noi.

Stiamo a casa, rallentiamo.

Poi, come dice Fabio De Luigi, l’iperattivo che c’è in noi potrà tornare, tra qualche tempo, al suo normale stato di natura.

…tutto andrà bene…

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