Il più sconclusionato e folle incidente nucleare della storia

Questo il breve resoconto tratto dalla letteratura scientifica[1]: “[…] Nel 1985, a Goiânia, in Brasile, un istituto di radioterapia spostò i propri locali lasciando nell’edificio precedentemente occupato un apparecchio contenente una fonte di Cesio 137 […] senza avvisare le autorità preposte al rilascio delle licenze. Successivamente l’edificio venne parzialmente demolito. Circa 2 anni dopo il trasferimento dell’istituto, il 13 settembre 1987, due uomini entrarono nell’edificio e tentarono di smontare la macchina per ottenerne rottami. Portarono a casa il cilindro d’acciaio [contenente la sorgente radioattiva] ed entrambi si ammalarono. Circa 5 giorni dopo, e nonostante l’avvelenamento, uno di loro forzò il cilindro d’acciaio e il Cesio 137 venne rilasciato all’esterno. Ne seguì una catena di eventi che espose a radiazioni 249 persone delle quali 4 di queste morirono […]”.

Quello che il breve resoconto non dice è la follia del contesto tecnico e sociale nel quale questo enorme incidente maturò.

Proviamo insieme a riepilogarlo.

13 settembre 1987 (domenica). Il guardiano diurno addetto alla sorveglianza del sito dell’istituto abbandonato non si reca al lavoro: deve accompagnare la famiglia al cinema alla prima di “Herbie il maggiolino sbarca in Messico”. Due poveri cristi che vivono di espedienti, accortisi della mancanza di sorveglianza, entrano nei locali dismessi e quasi totalmente demoliti in cerca di rottami da rivendere. Trovano un contenitore in acciaio inossidabile, lo caricano in una carriola e se lo portano a casa, a circa 500 metri dal luogo del furto.

Quello che i due non sanno è che quanto sottratto è la parte attiva di una macchina per terapie radiologiche, la Cesapan F-3000 fabbricata dalla Barazetti di Milano, con una testa rotante contenente una sorgente radioattiva che incapsula circa 100 grammi di Cesio 137.

La sera stessa i due smontano il macchinario, accusando immediatamente i primi sintomi di una sindrome acuta da avvelenamento da radiazioni.

15 settembre 1987 (martedì). Mentre uno dei due ladruncoli ricorre alle cure di un medico (che diagnostica un’intossicazione alimentare), l’altro, ben più determinato, libera la sorgente rotante incapsulata di Cesio 137.

16 settembre 1987 (mercoledì). Armato di solo un cacciavite il ladro di rottami più volitivo riesce, lavorando all’aperto all’ombra di un mango, a penetrare la capsula intravedendo la classica luminosità blu intenso data dall’effetto Čerenkov [l’indagine successiva rilevò una contaminazione residua “sostanziosa” sotto quello specifico albero. Contaminazione compatibile con lo scenario descritto].

18 settembre 1987 (venerdì). La sorgente viene caricata di nuovo sulla carriola e successivamente venduta ad un acquirente titolare di un deposito di rottami il quale, strabiliato dalla luminosità irradiata, porta a casa la capsula e per tre giorni la mette in bella mostra ai propri conoscenti, pensando si tratti di una manifestazione soprannaturale. Poiché vuole farne un anello per la moglie, cerca (e trova) chi riesce ad estrarre i granelli di Cesio 137 dal contenimento metallico corazzato. Un parte del contenuto lo tiene per sé mentre il resto viene regalato al fratello, agli amici e ai conoscenti.

Pian piano le persone cominciano ad ammalarsi di una sindrome sconosciuta. Solo dopo molti giorni verranno interpellate le autorità per chiedere informazioni.

Fu proprio la potenziale destinataria dell’anello al Cesio 137, Gabriela Maria Ferreira, a recarsi per prima all’ospedale locale in cerca spiegazioni che non riusciva a darsi da sé. Era il 28 settembre 1987 e la disseminazione radioattiva lascerà il segno: 249 contaminati, 20 affetti da sindrome acuta da avvelenamento da radiazioni e 4 decessi tra cui anche la povera Gabriela Maria.

Quest’ultima se ne andò, per emorragia interna, il 23 ottobre 1987, probabilmente mai pensando all’anello che era stato per lei commissionato.

Annotazione 1: gli incidenti nucleari vengono catalogati in base ad una specifica scala, definita INES (International Nuclear and radiological Event Scale). A livello 7 si collocano gli incidenti di Chernobyl e Fukushima. A livello 6 si verificò, nel 1957 in URSS, a Kyshtym, un incidente dai contorni ancora molto oscuri. Al livello 5 si collocano, invece, gli incidenti nucleari di Three Mile Island e Windscale oltre a quello di Goiânia, unico incidente nucleare non derivante da un impianto plutonigeno o elettronucleare di questa triste TOP SIX.

Annotazione 2: la sorgente di Cesio 137 possedeva una radioattività equivalente pari a 50,9E12 Bq (Becquerel). I limiti di radioprotezione su base annua, tratti dal report dell’AIEA citato in “bibliografia minima”, sono pari a 4,0E6 Bq per ingestione e 6,0E6 per inalazione. La sorgente, quindi, conteneva un potenziale radioattivo 10 milioni di volte superiore al limite annuale ammesso per l’esposizione umana.

[1] Mannan S. (2013), Lees’ Process Safety Essentials, Butterworth-Heinemann

Bibliografia minima

IAEA (1988), The radiological accident in Goiania

Commenti (2)

  • Rispondi Le scorie nucleari… parliamone | mimmoblog - 3 Febbraio 2021

    […] La soluzione tecnicamente più corretta, degna di un paese civile e che metterebbe in condizioni di sicurezza l’Italia, sarebbe scegliere un unico luogo dove costruire un deposito fatto bene, sicuro e custodito con cura. Per sicurezza non intendo tanto la protezione dalle radiazioni – facile da ottenere con le opportune schermature – quanto la certezza che nessun terrorista possa trafugare un po’ di materiale radioattivo ad alta attività, sparpagliarlo per esempio in una stazione ferroviaria, in uno stadio o altro luogo affollato ed irradiare in maniera silenziosa nel giro di qualche giorno migliaia di inermi cittadini. Notare che l’80 % di questi malcapitati aveva votato che non voleva il nucleare ed il 100 % si prodiga a spiegare perché la scelta di casa loro per il Deposito Nazionale è sbagliata. Sembra un film di fantascienza? Non direi: gli spargimenti di materiale altamente radioattivo non sono poi così rari e vi invito a leggere quello che accadde nel 1987 a Goiânia in Brasile quando una pasticca di Cesio 137 poco più piccola di un formaggino trafugata da un ospedale ha provocato decine di morti e migliaia di tumori. Un incidente definito folle e sconclusionato (https://studiomarigo.it/il-piu-sconclusionato-e-folle-incidente-nucleare-della-storia/). […]

  • Rispondi Lorenzo Richetti - 18 Ottobre 2021

    Se mai nella vita avessi la fortuna di trovare anch’io qualcosa di questo tipo(curioso come sono di vedere com’e’ questo tipo di luminescenza e zelante come sono di possedere cose insolite e pericolose ) starei più attento e non mi ammalerei mai per questo straordinario ritrovamento.

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